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Via Diretta delle Guide: Itinerario utile per raggiungere le vie superiori e consigliato per la discesa in doppia da tutte le vie del settore per la linea più diretta.
Via Comune: Itinerario utile per raggiungere le vie superiori.
Via Bergamaschi: Itinerario utile per raggiungere le vie superiori. Tra le vie dell’avancorpo è quella che resta più a lungo bagnata dopo le piogge e presenta residui di neve nelle prime lunghezze fino a stagione inoltrata. La roccia è qualitativamente inferiore rispetto alle due vie precedenti.
Via Diedro Bramani: Grande classica dei Campelli, arrampicata varia su roccia ottima, le numerose ripetizioni ne confermano l’assoluta validità ell’itinerario. La parte alta della via qui descritta e comunemente seguita è stata tracciata da Fulvio Casari e Raffaele Zecca (anni 60), discostandosi dal percorso seguito in origine da V. Bramani che invece saliva un poco più a destra dopo il diedro iniziale.
Via Gasparotto: La via “Gasparotto” è un’altra grande classica del gruppo dei Campelli. Arrampicata con tecnica classica in camino e in fessura, ambiente suggestivo e roccia da buona a ottima, sono le caratteristiche di questo stupendo itinerario che o si ama o si odia in funzione di quanto vi piaccia scalare nei larghi camini e diedri. Imperdibile.
Via Casari Zecca: Un’altro classico itinerario della parete che non sfigura con i due precedenti, anzi il diedro iniziale e la bella parte finale sono un invito alla ripetizione di questa via.
Via Gami 2: La Gami non è una salita da sottovalutare, nel 1971 i fratelli Minonzio e B. Ganassa hanno dato prova di grande abilità e intuito, segnando sulla parete di casa uno splendido itinerario. L’aereo pilastro finale bello e sostenuto vale certamente la salita. Arrampicata generalmente atletica ma con una parte iniziale tecnica. Roccia buona con qualche breve tratto detritico, la via resta a lungo bagnata dopo le piogge ed a inizio stagione. Il percorso qui descritto nella parte alta segue la variante tracciata sempre dagli stessi apritori successivamente all’apertura. L’uscita originale, dalla seconda sosta raggiungeva con un lungo tiro la cresta finale, non richiodata per la cattiva qualità della roccia.
Scheda
Periodo consigliato: Si può scalare in condizioni ottimali in tutte le stagioni. Una buona giacca è un accessorio molto gradito anche nei mesi più caldi.
Difficoltá: CHIODATURA:
Per tutte le vie, ottima a resinati, soste attrezzate.
Accesso
Dal Rifugio Lecco si prende l’ampia strada sterrata che si inoltra lungo la valle dei Camosci in direzione est, inizialmente pianeggiante e successivamente più ripida. Dopo un altro tratto pianeggiante (ore 0.15) si stacca sulla destra una traccia ben segnalata che scende sul fondo della valle per poi risalire in prossimità di un caratteristico grosso masso (ore 0.25).
Si ignora la marcata traccia che salendo ripidamente a sinistra porta al canalone dei Camosci e si prende invece il sentiero a destra che direttamente risale il canale della Madonna e porta in vetta allo Zucco di Pesciola. Dopo qualche tornante sul sentiero, ma senza alzarsi troppo di quota e senza attraversare verso sinistra il profondo solco detritico del canalone che di solito si forma a primavera o dopo abbondanti piogge, si attraversa a destra all’altezza dei primi contrafforti basali della Terza Torre (ore 0.35 dal rifugio). Nota: E’ possibile attraversare senza alcuna difficoltà alla base di ogni Torre per raggiungere le varie partenze delle vie
sulle diverse strutture, dalla prima alla quarta torre 10 minuti circa.
Itinerari Quarta torre:
Avancorpo: Rappresenta il tratto basale della parete, separato dalla parete principale soprastate da una larga cengia detritica. L’avancorpo è caratterizzato da pilastrini di roccia varia, generalmente buona, e separati fra loro da marcati canali e colatoi.
1) Diretta delle guide *
F. Lenti I. Mozzanica Settembre 2008 (dall’alto)
5c m 80 3L esposizione nord.
La via ha inizio nel centro della bastionata dell’avancorpo, a sinistra di un evidente e compatto sperone.
L1 4a 20m Si supera il pilastrino basale sostando alla base di un diedro compatto.
L2 5c 30m si percorre interamente il diedro e lo spigolettto successivo, una serie di facili muretti porta alla sosta su di un terrazzino.
L3 2a 30m Senza particolari difficoltà si raggiunge la cengia mediana.
Chiodatura: Ottima a resinati, soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, qualche nuts.
Discesa: In doppia sulla via se non si intende continuare per una delle vie sulla parete principale della torre.
2) Comune *
Primi salitori ignoti riattrezzata da F. Lenti I. Mozzanica Settembre 2006
5b m 80 3L esposizione nord.
La via ha inizio nel centro della bastionata dell’avancorpo, sullo spigolo del compatto sperone centrale (nome alla base).
L1 4b 30m Si supera il pilastrino basale e sempre sul filo dello stesso si raggiunge la sosta.
L2 5b 20m Un muretto impegnativo appena sopra la sosta porta ad un tratto più semplice.
L3 2a 30m Si raggiunge un intaglio che si supera per raggiungere la larga cengia, sostando alla base di una delle vie della parete superiore.
Chiodatura: Ottima a resinati, soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, qualche nuts.
Discesa: In doppia sulla via se non si intende continuare per una delle vie sulla parete principale della torre.
3) Bergamaschi
Primi salitori ignoti, riattrezzata da F. Lenti, I. Mozzanica Settembre 2006
(alcuni tratti coincidono con la salita solitaria di C. Sicola 12 settembre1937)
4c m 70 3L esposizione nord.
La via ha inizio presso l’inizio del largo canalone che incide il versante destro della torre.
L1 4b 25m Si aggira uno sperone e una grossa lama staccata, risalendo la placca nascosta nel canale.
L2 4c 25m Si sale successivamente una placca posta sul bordo di un pilastro, fino a raggiungere la sosta su una terrazza a sinistra.
L3 4a 20m Dalla terrazza si entra in un caratteristico intaglio della roccia e si esce sulla larga cengia detritica.
Chiodatura: Ottima a resinati, soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, qualche nuts.
Discesa: In doppia sulla via possibile ma sconsigliata per i notevoli depositi detritici sulle cengie, in prossimità delle soste di calata.
4) Diedro Bramani **** @
V. Bramani, E. Bozzoli Parasacchi 30 agosto 1925
5b m 100 4L esposizione nord.
Dopo aver percorso uno degli itinerari dell’avancorpo si attraversa la cengia mediana per venti metri circa in direzione di un evidente diedro che caratterizza la parete fino alla vetta. Sosta a resinati alla base del diedro.
L1 4c 25m Da uno speroncino basale si raggiunge il diedro e lo si percorre fino ad una nicchia che si supera, rientrando poi nel diedro che porta ad un terrazzino sulla sinistra dove si sosta.
L2 4a 25m Si segue una fessura a sinistra del diedro e la successiva placchetta scalando tra il diedro sulla destra e la placca, sosta su una larga cengia.
L3 5b 25m Dalla cengia si esce a destra su una parete verticale dove una fessura e successivamente ancora una placca portano ad un terrazzino dove si sosta.
L4 4a 25m Dalla sosta si aggira lo speroncino e si sale un breve diedrino uscendo poi ad uno spigolo aereo nei pressi della vetta.
Chiodatura: Ottima a resinati, soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, qualche nuts.
Discesa: A piedi dalla vetta scendendo dal ben segnalato sentiero che dalla vetta scende verso est per un breve tratto di cresta, poi piega in direzione nord lungo il detritico canale della Madonna, fino a raggiungerne la base. In doppia sulla via possibile ma sconsigliata per i notevoli depositi detritici sulle cengie, in prossimità delle soste di calata.
5) Gasparotto **** @
L. Gasparotto, A. Rand Herron. 7 giugno 1931
5a m 100 4L esposizione nord.
Dopo aver percorso uno degli itinerari dell’avancorpo si attraversa la cengia mediana per venti metri circa in direzione dell’evidente spigolo a destra del diedro Bramani, una decina di metri dall’itinerario precedente. Sosta a resinati alla base dello spigolo nei pressi di una caratteristica lama staccata.
L1 4a 25m Si raggiunge la lama obliqua e si segue sostando al suo termine alla base di un profondo camino formato da un pilastrino staccato.
L2 5a 25m Si sale all’interno del camino, dove un’altro camino nascosto ci riporta all’esterno sopra la sosta precedente, una placchetta più semplice porta alla comoda terrazza dove si sosta.
L3 4c 25m Dalla terrazza si sale la paretina a destra, rientrando subito nella fessura di sinistra seguendola per poi uscire ad un'altra terrazza.
L4 4b 25m Si segue uno spigolo aereo, formato da roccia lavoratissima che porta alla sosta appena sotto la vetta.
Chiodatura: Ottima a resinati, soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, qualche nuts.
Discesa: A piedi come l’itinerario precedente. In doppia sulla via possibile ma sconsigliata per i notevoli depositi detritici sulle cengie, in prossimità delle soste di calata.
6) Casari Zecca ****
F.Casari, R. Zecca 1964
4c m 110 4L esposizione nord.
Dopo aver percorso uno degli itinerari dell’avancorpo si attraversa la cengia mediana verso destra raggiungendo il punto più basso della parete e lasciando sulla sinistra l’attacco delle vie precedenti. Sosta a resinati alla base del diedro iniziale.
L1 4b 25m Una breve rampetta ci immette subito nel diedro iniziale che si percorre fino alla sosta su terrazzino.
L2 4c 30m Ancora nel diedro ora più verticale, superare un tettino e un canaletto, successivamente per gradini si raggiunge la cengia erbosa e la sosta.
L3 4a 30m Dalla cengia si aggira un grosso masso sulla destra, poi un diedro camino e successivamente dei piccoli risalti verso destra portano a sostare su comoda cengia.
L4 3c 25m Proseguire leggermente a destra per placca e per il pilastrino che raggiunge la sosta appena sotto la vetta.
Chiodatura: Ottima a resinati, soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, qualche nuts.
Discesa: A piedi come l’itinerario precedente. In doppia sulla via possibile ma sconsigliata per i notevoli depositi detritici sulle cengie, in prossimità delle soste di calata.
7) Gami 2 **** @
G. Minonzio, M. Minonzio B. Ganassa. 1971
5c m 120 5L esposizione nord.
Dopo aver percorso uno degli itinerari dell’avancorpo si attraversa la cengia mediana verso destra raggiungendo il punto più basso della parete e lasciando sulla sinistra l’attacco delle vie precedenti. Si scende ancora verso destra nel canale fino alla base della grande placconata che si alza sopra il canale stesso. Sosta a resinati alla base della placconata presso una fessura obliqua.
L1 4c 25m Si sale un piccolo primo risalto dove il grande diedro si apre con una placca adagiata verso destra. Salire la placca obliquando a destra per circa 10 m. Quindi salire per uno spigoletto a sinistra del diedro marcato fino alla sosta.
L2 4c 30m Dritti per il diedro.
L3 4a 15m Dalla sosta leggermente a destra poi decisamente a sinistra e per gradini e rampette si giunge alla placca a sinistra del camino. Breve tratto detritico. Dalla sosta non salire dritti nel colatoio (uscita originale) chiodi vecchi e roccia friabile.
L4 5c 22m Mantenendosi a destra dello spigolo si sale una fessura leggermente strapiombante e il successivo diedrino, traversare a destra per salire uno strapiombino che porta ad una placca più facile, traversando poi a sinistra alla sosta.
L5 4a 30m Dalla sosta proseguire ad un terrazzino, poi traversando a sinistra si raggiunge un bellissimo ed aereo spigolo che aggirando un profondo camino porta in vetta.
Chiodatura: Ottima a resinati, soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, qualche nuts.
Discesa: A piedi come l’itinerario precedente. In doppia sulla via possibile ma sconsigliata per i notevoli depositi detritici sulle cengie, in prossimità delle soste di calata.