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Il volo del cuculo: Come per le altre vie di questo soleggiato versante si può intraprenderne la salita anche fuori dai classici periodi per l’arrampicata in quota. La via “il volo del cuculo” ha caratteristiche alpinistiche sia per la ricerca dell’itinerario che per lo stile di chiodatura. La roccia e generalmente buona, in alcuni tratti anche ottima, ma bisogna mettere purtroppo in conto dei fastidiosi tratti erbosi che anche se brevi bisogna obbligatoriamente percorrere. La via è comunque divertente e molto consigliata per chi apprezza le belle salite poco frequentate e in ambiente, con la necessita di doversi piazzare le protezioni, anche per le soste. Torre del camoscio (spigolo Claudio): Breve ma molto godibile questo itinerario sale una serie di placche compatte di ottima roccia, la brevità dell’itinerario è però compensata da un rapido avvicinamento e dalla possibilità di abbinare la salita con le altre vie presenti sulle torri vicine. Verificare la chiodatura in via che in qualche caso risulta particolarmente usurata. La Bella addormentata: La favorevole esposizione, che permette di scalare in quota anche in autunno inoltrato ed a inizio stagione, la roccia molto bella e lavorata, le modeste difficoltà, l’arrampicata mai sostenuta e le comode soste attrezzate anche per le calate sono le caratteristiche principali di questa via. Se si considera poi che la “Torre della Luna” si trova in uno degli angoli più solari e panoramici dei Campelli non possiamo che consigliare la salita di questa via. “La Bella addormentata” se abbinata alla salita della via “Silvy” o alla via “Oltre la luna” propone una lunga combinazione (la più lunga dei Campelli, 10 lunghezze) che dal sentiero degli “Stradini” porta alla vetta dello Zucco di Pesciola. Silvy: L’esposizione favorevole come per la sottostante via “La bella addormentata” permette una buona frequentazione della via anche in particolari periodi dell’anno, come inizio primavera e autunno inoltrato.La roccia già buona sulla via sottostante qui migliora decisamente, anche l’inclinazione della parete
cambia proponendo diversi tratti verticali e strapiombanti, obbligando così ad un’arrampicata fisica e continua come per il superamento dello strapiombo alla terza lunghezza. Complessivamente una via meritevole anche per l’esposizione e l’ambiente che circonda questa aerea torre. La chiodatura in via
(essenziale) consiglia un approccio ad arrampicatori che hanno una buona dimestichezza nell’uso delle protezioni veloci. Oltre la Luna: Le facili difficoltà di questa via non devono trarre in inganno, la roccia è buona ma qualche tratto richiede attenzione, la verticalità della parete e l’esposizione obbligano ad una scalata abbastanza fisica anche se non continua, la via lasciata pulita da protezioni fisse richiede una maggiore concentrazione anche nel cercare non solo gli appigli ma buoni punti per piazzare le protezioni. Una via dalle caratteristiche alpinistiche, che se affrontata con la giusta preparazione offre un’arrampicata divertente per una linea aerea e panoramica. La via descritta è il frutto dell’unione di due linee, il primo tratto L1 e L2 salito da D. Maroni e F. Melesi il tratto superiore L3 salito successivamente da P. Buzzoni G. Nicoli durante la prima ripetizione della via. La terza lunghezza originale sale più a sinistra, verso il canale laterale della torre evitato e non descritto per la roccia a tratti friabile e per qualche blocco instabile. Patrizia: Via dalle caratteristiche alpinistiche ma supportata da un’ottima chiodatura la via “Patrizia” è un esperimento ben riuscito di scalata all’insegna del puro piacere dell’arrampicata in quota e dell’ambiente, da gustarsi dalla primavera all’autunno inoltrato. Qualche tratto erboso un poco fastidioso nei raccordi è pero compensato dall’ottima roccia soprattutto nella parte superiore della via. Enrico ha voluto dedicare la via alla moglie Patrizia, con la quale condivideva la passione per la montagna a 360° gradi, scomparsa nell’inverno del 2003, vittima di una valanga.
Scheda
Periodo consigliato: Si può scalare in condizioni ottimali in tutte le stagioni. La roccia su questi soleggiati versanti meridionali risulta particolarmente tiepida anche in autunno avanzato.
Difficoltá: CHIODATURA:
Il volo del cuculo: In via non sono state lasciate protezioni a parte quelle indicate nella relazione, tutte le soste sono da attrezzare.
Torre del camoscio: Fix e chiodi in via, (qualche fix datato non affidabile), soste attrezzate.
La Bella addormentata e Silvy: Fix e chiodi tradizionali, presenti solo nei punti più impegnativi. La scarsa chiodatura presente va necessariamente integrata, soste attrezzate.
Oltre la Luna: Inesistente o quasi, soste da attrezzare
Patrizia: Ottima a resinati.
Accesso
Si raggiungono i Piani di Bobbio e i rifugi con la funivia da Barzio (www.pianidibobbio.com).
Dal Rifugio Lecco si segue il sentiero ben segnalato che scendendo in direzione sud porta al colletto o “Bocchetta di Pesciola” (ore 0.05), qui si incontra il sentiero degli “Stradini” che collega i Piani di Bobbio ad Artavaggio. Si segue il sentiero ben segnalato in direzione Artavaggio, si passa l’indicazione per l’attacco della ferrata “Rebuzzini” (ore 0.15 dal rifugio) e si continua sul sentiero passando un primo stretto canale, al successivo molto più largo e detritico si abbandona il sentiero e si risale il canale per circa 100 metri (ore 0.25 dal rifugio), la “Torre degli Stradini” si trova sulla destra salendo, caratterizzata alla sua base da una grossa lama squadrata staccata dalla parete, la “Torre della Luna” si trova invece esattamente di fronte, sulla sinistra risalendo il canale.
Per accedere alla “Torre Claudio” dal largo canale detritico si prosegue ancora sul sentiero degli “Stradini” in direzione Artavaggio, si passa una dorsale erbosa e si risale il ripido pascolo fin sotto la struttura (0.35 dal rifugio).
Per la torre “Patrizia” si prosegue sempre sul sentiero degli “Stradini” si passa un altro canale poco marcato e un tratto del sentiero leggermente più ripido e su fondo roccioso fin su un terrazzo panoramico (ore 0.35 dal rifugio), il sentiero ora scende nel profondo canalone (tratto caratteristico del sentiero degli stradini per la presenza di catene e scalette metalliche), senza attraversare il largo canalone, si scende sul sentiero principale qualche metro fino ad incontrare un canaletto ghiaioso che scende laterale al sentiero, 20 metri dopo il terrazzo panoramico. Si abbandona il sentiero principale e si risale il canaletto per 20 metri circa, un bollo rosso (ben visibile dal sentiero degli Stradini) e il primo resinato inidicano la partenza della via (ore 0.40 dal rifugio).
Itinerari Versante sud:
Torre degli Stradini:
Il volo del cuculo ***
Diego Maroni, G.Antonio Gobbi 2 ottobre 2007
5c m 220 6L esposizione sud.
La via ha inizio in cima e sulla destra del largo canalone che separa le due torri, in prossimità di una grossa lastra squadrata staccata dalla parete, spit con anello alla partenza sulla terrazza sul lato destro della lastra.
L1 4b 30m Si sale la placca traversando leggermente a sinistra (chiodo), fino a giungere ad una terrazza erbosa dove si attrezza la sosta.
L2 5b 40m Dritti per gradoni di ottima roccia (clessidra attrezzata), poi altri gradoni alternati a qualche tratto erboso fino alla sosta da attrezzare.
L3 5c 45m Uno strapiombino impegnativo precede un tratto più facile, successivamente un canalino erboso porta ad uno spigolo verso destra, sostando alla base di un diedro, attrezzare sosta.
L4 5b 40m Salire il diedro sul suo lato destro, uscendo poi a sinistra sotto un grosso masso sostando sopra, sulla cengia erbosa, attrezzare sosta su spuntone.
L5 5a 35m Verso destra, si rimonta un masso e la parete sovrastante, sosta su spuntone.
L6 4b 40m Una placchetta e i successivi risalti portano alla sommità della torre, su una larga dorsale erbosa.
Chiodatura: In via non sono state lasciate protezioni a parte quelle indicate nella relazione, tutte le soste sono da attrezzare
Materiale: 2 corde da 60 m, serie di nuts, friend fino n° 2, qualche chiodo angolari lunghi per le soste.
Discesa: Dalla cima della torre salire la larga dorsale erbosa fino ad incontrare appena prima della cresta sommitale dei contrafforti rocciosi, che si aggirano o si superano facilmente. Dalla vetta si scende nella valle dei Camosci e al rifugio Lecco per il “canale dei Camosci”.
Torre del camoscio (spigolo Claudio) **
Lorenzo cernuschi, Aldo Tagliabue 9 agosto 1992
4b m 45 2L esposizione sud.
La torre del Camoscio risulta parte della struttura della torre degli “Stradini”. La via Spigolo Claudio ha inizio su lato destro della bastionata che si trova alla sommità del ripido costone erboso sopra il sentiero degli “Stradini”.
L1 4a 25m Si sale per gradoni il lato sinistro della torre rientrando a destra su una placchetta che porta alla sosta su
una cengia.
L2 4b 25m Un diedro verticale porta ad una placca molto lavorata, si traversa a destra su roccia bellissima giungendo
quasi sullo spigolo, poi si sale dritti per piccoli diedrini appena accennati.
Chiodatura: Fix e chiodi in via, (qualche fix datato non affidabile), soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, qualche nuts.
Discesa: In doppia dalla via.
Torre della Luna:
La Bella addormentata ****
P.Buzzoni, S.Canali, G.Franco Tantardini 1 giugno 2008
5c (5c obb) m 150 5L esposizione sud.
La via ha inizio in cima e sulla sinistra del largo canalone che separa le due torri, in prossimità di una compatta placca grigia, primo chiodo (rosso) a 5 metri dalla base. 5 minuti dal sentiero degli “Stradini”
L1 5b 30m Una bella placca compatta e aderente porta a dei piccoli strapiombini che vanno superati, sostando alla
base di uno strapiombo più accentuato.
L2 3a 35m Si evita lo strapiombo sulla destra dove un diedro verticale ma appigliatissimo porta ad uno spigoletto
e a una grande cengia erbosa. Si attraversa la cengia 20 metri verso destra e si raggiunge una placca
compatta dove si sosta alla sua base.
L3 5c 25m Si sale la compatta placconata sovrastante, uscendo ad un terrazzino con mugo. Un bel diedro porta ad
una comoda cengia dove si sosta.
L4 5c 30m Rimontare il pilastrino sopra la sosta e aggirare lo spigolo, una placca compatta porta ad un tratto più
facile, traversare a destra per 5 metri e superare una nicchia strapiombante, una bella lama poi porta alla
sosta su un terrazzino.
L5 5c 30m Si supera la placchetta compatta sopra la sosta e si giunge sotto uno strapiombino poco pronunciato che si
supera direttamente, ancora dei facili gradini e si giunge sulla cima erbosa della torre.
Chiodatura: Fix e chiodi tradizionali, presenti solo nei punti più impegnativi. La chiodatura presente va
necessariamente integrata, soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, serie di nuts, friend fino n° 1.
Discesa: In doppia sulla via, oppure continuare per la via “Silvy” o la Via “Oltre la Luna”.
Torre dei Poeti:
1 Silvy ****
P.Buzzoni, Giovanni Nicoli El Grimett, G.Franco Tantardini agosto 2008
6b (6a obb) m 130 5L esposizione sud.
Per raggiungere la via Silvy si deve percorre obbligatoriamente la sottostante via “ La bella addormentata”, al suo termine, in vetta alla torre della Luna, si scende qualche metro per poi risalire sul versante opposto la larga cengia erbosa, dopo circa 70 metri si raggiunge il verticale pilastro della torre. La via ha il suo inizio nei pressi di un diedrino che ha origine da un pilastro appoggiato alla torre, ometto ben visibile dalla cengia, il primo fix con cordino rosso si trova a 10 metri dalla base. Altra possibilità è scendere dalla vetta della torre della Luna e risalire brevemente la cengia erbosa 20 metri circa fino alla base della bastionata rocciosa, dove un ometto segnala la partenza della via “Oltre la luna”, percorrere la prima lunghezza fino alla cengia successiva. Attraversare verso sinistra per 50 metri circa, raggiungendo la base della torre dei Poeti.
L1 5c 40m Risalire il diedro e dei facili gradoni fin dove la roccia è più compatta e verticale, con un tecnico traverso
a destra si giunge ad una bella parete verticale che va superata. Dei più semplici gradoni portano ad una
cengia erbosa e alla sosta. .
L2 6a+ 30m Dritti sopra la sosta dove un muro verticale porta ad uno strapiombino che si supera direttamente, si
salgono dei facili gradoni e uno spigoletto che porta ad un tratto verticale prima della sosta sotto un
accentuato strapiombo.
L3 6b 25m Si affronta direttamente lo strapiombo fessurato, successivamente un tratto verticale meno sostenuto
porta alla sosta su di un terrazzino.
L4 5a 20m Si attraversa qualche metro a destra, poi si sale la bella placconata superiore sostando sulla spalla della
torre appena sotto la vetta.
L5 5a 10m Salire la bella placca a buchi e raggiungere la vetta. Si può facilmente aggirare questo tratto salendo alla
vetta per il canale a destra della placca.
Chiodatura: Fix e chiodi tradizionali, presenti solo nei punti più impegnativi. La scarsa chiodatura presente va necessariamente integrata, soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, serie di nuts, friend fino n° 1.
Discesa: Dalla vetta della torre ci si porta sul suo versante nord, dove una larga spaccatura permette di scendere e di raggiungere, risalendo qualche metro, la vetta dello Zucco di Pesciola. Da qui si scende alla valle dei Camosci e al rifugio Lecco lungo il sentiero del canale della “Madonna” come già descritto per le altre vie.
Torre degli Oracoli:
2 Oltre la Luna ***
Diego Maroni, Franco Melesi. 15 luglio 2008
5b m 130 3L esposizione sud.
Dalla vetta della torre della Luna si scende dalla crestina erbosa sul lato nord, risalire brevemente la cengia erbosa per 20 metri circa fino alla base della bastionata rocciosa successiva, dove un ometto segnala la partenza della via.
L1 4a 40m Un diedrino erboso porta a dei facili gradoni e successivamente ad una larga cengia erbosa dove si
attrezzza la sosta. Nel tiro 1 clessidra attrezzata. Da qui se si traversa a sinistra per 50 metri si giunge alla
partenza della via Silvy.
L2 5b 45m Qualche metro a destra poi si prende un diedrino sulla sinistra dietro uno sperone. Si raggiunge lo
spigolo seguendolo per una decina di metri, si attraversa poi a sinistra dove una serie di solidi
gradoni portano ad un ampia terrazza, dove si attrezza la sosta. Nel tiro 1 chiodo.
L3 5b 55m Mantenendosi quasi sempre sul filo dello spigolo e deviando solo per brevi tratti più verticali (possibile
affrontarli anche direttamente) si giunge alla spalla inferiore della torre, ancora un risalto verticale
aggirabile sulla sinistra e si giunge sull’affilata vetta dove si attrezza la sosta Nel tiro 1 spuntone
attrazzato e 1 chiodo.
Chiodatura: Inesistente o quasi, soste da attrezzare
Materiale: 2 corde da 60 m, serie di nuts, friend fino n° 1, qualche chiodo.
Discesa: Dalla vetta della torre uno spuntone con fettuccia permette una calata di 15 metri circa sul versante nord,
come per la via precedente si sale alla vetta dello Zucco di Pesciola si scende sull’opposto versante.
Torre Patrizia:
Patrizia ****
Enrico Volpe, Fabio Lenti. 27 ottobre 2005
6a (5c obb) m 200 9L esposizione sud.
La via inizia qualche metro sopra il sentiero degli stradini in prossimità di un canaletto ghiaioso che scende a sinistra del sentiero prima delle scalette metalliche (giungendo dai Piani di Bobbio) Resinati e bollo rosso ben visibile già dal sentiero.
L1 5c 25m Salire i primi cinque metri su muretti verticali appigliati, dopo un primo pilastro superare un tratto più
sostenuto, poi verso sinistra per gradini erbosi, ancora un muretto verticale dei gradoni erbosi portano
alla sosta.
L2 5c 15m Traversare a sinistra su cengia erbosa, si supera una placchetta tecnica poi per gradoni erbosi alla sosta.
L3 5c 25m Salire a sinistra dello spigolo delle rocce molto lavorate fin sotto un evidente tetto, lasciando il tetto sulla
destra superare un piccolo strapiombo per ritornare verso lo spigolo e seguirlo per roccia molto lavorata
poi verso sinistra alla comoda cengia erbosa.
L4 3b 30m Decisamente a sinistra si superano dei facili risalti e un canale erboso, tenendosi sulle roccette a sinistra
del canale.
L5 6a 20m Una paretina verticale e tecnica porta ad un tratto più facile e a una cengetta erbosa alla base di una
parete compatta.
L6 4a 25m Aggirare la parete e per rampe erbose si giunge alla base di un diedro camino.
L7 4c 25m Dalla sosta su cengia erbosa traversare decisamente a sinistra, scendere una decina di metri fino alla base
di un camino. Risalire il camino e aggirare da dietro lo sperone roccioso che costituisce il lato destro del
camino sostando in un intaglio della parete.
L8 4c 20m Su roccia ottima salire verso destra, poi per gradoni a sinistra alla sosta su comoda cengia.
L9 3c 25m Spostarsi a destra qualche metro poi per ottima roccia a gradoni si esce sulla terrazza sommitale.
Chiodatura: Ottima a resinati.
Materiale: 2 corde da 60 m, qualche nuts. Possibile effettuare la salita anche con una corda singola da 60 metri.
Discesa: In doppia sulla via, 8 calate. Oppure salire per circa 30 minuti lungo una cresta erbosa fino alla vetta dei
Campelli e da qui lungo il Canalone dei Camosci scendere nell’opposto versante e al rifugio Lecco