La successione stratigrafica che è possibile osservare dal Pialeral verso gli Scudi è unica in tutto il gruppo delle Grigne: si tratta di unità rocciose che si deposero in ambienti più o meno profondi contratiamente a quanto avvenne per la Formazione di Esino che rappresenta ambienti di acque basse. Così, mentre i calcari massicci dell'Esino formano le guglie e le pareti famose presso gli alpinisti, le unità bacinali, più erodibili e ricche di minerali insolubili, danno pendii più dolci ricoperti dalla vegetazione. In alcuni casi poi possiamo osservare livelli ricchi di fossili. come il Banco a Brachiopodi al tetto della Formazione di Angolo e il livello a pesci nella Formazione di Buchenstein. Quest'ultimo livello fossilifero, oggetto di scavi sistematici negli ultimi anni da parte di Università degli Studi di Milano, ha fornito un elevato numero di pesci, alcuni dei quali di oltre un metro di lunghezza.
PERCORSO: dal laghetto dell'Alpe Cova (Agriturismo Aliber) si risale al sito dal Rifugio Antonietta al Pialeral, poi si taglia verso sinistra, alla Baita Amalia e quindi lungo il sentiero verso gli Scudi fino alla nicchia di distacco. Si risale il dosso fino all'arrivo del vecchio skilift.
NOTA: la partenza si raggiunge per sentiero/mulattiera dal centro di Pasturo o dai Piani di Balisio.
- Dislivello:
Circa 400 mt (da 1.400 a 1.800 metri s.l.m.) - Tempo medio di percorrenza:
Il perocorso geologico richiede circa 3 ore in tutta tranquillità. Da considerare anche circa 1 h e 30 min per raggiungere il Pialeral.
- Approfondimenti
1. ALPE COVA
1 = Grignetta
2 = Buco di Grigna3 = Scudo Tremare
4 = Alpe Campione
5 = Costa Curonnecc e Sasso dell’Acqua
6 = Valle dei Grassilunghi
Dominano il paesaggio la profonda Valle dei Grassilunghi e le pareti dello Scudo. Entrambi devono la loro genesi ai movimenti tettonici che hanno messo in posto Le Grigne. La massa del Grignone a destra costituisce una scaglia di rocce che, durante l’orogenesi, è sovrascorsa, ovvero si è accavallata sopra, l’analoga scaglia della Grignetta, a sinistra.
Un movimento tettonico di questo tipo si riflette ovviamente sulla morfologia: il blocco che sovrascorre presenta frontalmente una parete (lo Scudo) o un versante molto ripido e incide sul davanti una valle (Valle dei Grassilunghi su questo versante e Val Meria sul versante opposto).
La parete dello Scudo, così formata, si mantiene nel tempo a causa delle frane continue che
la caratterizzano.
La scaglia sottostante ha subito sforzi tali che hanno reso la roccia molto fratturata e sconnessa.
Per questo motivo la Grignetta è ricca di torrioni, guglie, canali e di frane come quella visibile sotto la Costa Curonnecc.
Osservando la disposizione degli strati in corrispondenza dello scudo si nota che immergono, ovvero sono inclinati, verso Nord e individuano una serie di piccoli ripani coincidenti con le superfici di strato. Queste superfici prendono il nome di cuesta. Anche l’Alpe Cova è posizionata su una cuesta come si può notare dal sentiero tra Baita Amalia e la Baita dello Scudo.
All’Alpe Cova termina la morena laterale sinistra del ghiacciaio della Foppa del Ger che scendeva verso la Valle dei Grassi Lunghi durante l’ultima glaciazione.
Il versante tra Baita Amalia e lo Scudo è sempre battuto da un forte vento che risale la valle e costringe gli alberi a crescere piegati a balestra con la chioma modellata.
ENGLISH VERSION
From this view-point the landscape appears to be dominated by the Scudo (3) and by the Valle dei Grassilunghi (6). You are on the boundary between Grigna Settentrionale and Grigna Meridionale. The shape of the mountain is due to the overthrust of the first (N Grigna) on the second (S Grigna): the front of an overthrust is always very steep and the valley below very deeply cut. The underlying block (Grigna Meridionale) has been broken by this massive movement, giving rise to rock needles and towers. Topography being greatly influenced by the geological setting, along the top-surface of massive beds we observe terraces with the same dip of the rocks. One of these is Alpe Cova.The glacier once running through Foppa del Ger has left a moraine that reached Alpe Cova.
2. IL VERSANTE DI PASTURO
A. vetta della Grigna Settentrionale 2409 m s.l.m.
B. Pizzo della Pieve 2248 m s.l.m.
C. Zucco dei Chignoli 2163 m s.l.m.
D. Alpe di Mogafieno
E. Foppa del Ger (il termine foppa indica una depressione del terreno; ger, da gera, indica ghiaia, pietrame)
F. Sasso di Grigna 1967 m s.l.m.
G. Grotte di Paroeul
H. Marne, Prabello
1. Verso Ovest, si osserva la struttura monoclinale degli Scudi che è stata descritta nel pannello dell’Alpe Cova. In corrispondenza dell’Alpe di Mogafieno e di alcuni tratti della cresta tra lo Zucco dei Chignoli e la vetta, è evidente come la superficie topografica, che appare rettilinea, coincida con la giacitura degli strati e non sia perciò dovuta ad un’erosione casuale, ma alla struttura della roccia.
2. In corrispondenza delle Grotte di Paroeul e del Sasso di Grigna, sul fianco Nord della Foppa del Ger, è presente un piastrone di conglomerato: il Conglomerato del Pialeral. Esso è costituito principalmente da depositi di versante successivamente cementati da calcite. È una roccia molto più recente di tutte le altre presenti in Grigna; un deposito di versante come questo richiede la presenza di un clima freddo con notevoli punte di gelo; per tale motivo si pensa che si sia formato durante, o subito dopo le prime glaciazioni che hanno interessato il territorio circa 2,5 milioni di anni fa. Osservandolo da vicino si vede che è costituito da strati ben evidenti, caratterizzati ognuno da clasti di dimensioni differenti alternati. In realtà, al momento della sua formazione era molto più esteso.
La foto ripresa da lontano permette di intuire che il piastrone, la cui superficie sommitale è praticamente piana a inclinazione costante, è stato tagliato ed eroso, sia a Nord, sia a Sud, dai successivi ghiacciai. Durante le numerose glaciazioni pleistoceniche sul versante di Pasturo si sono sempre formati due ghiacciai: uno, a Sud, nella Foppa del Ger, e uno, a Nord, nel settore di Marne tra i Comolli, l’Alpe Prabello e San Calimero. È l’erosione prodotta da questi due ghiacciai, alla quale si sono sovrapposte le frane durante i periodi interglaciali, che ha troncato il piastrone di conglomerato.
Durante l’ultima glaciazione (circa 22.000 anni fa) il ghiacciaio di Prabello scendeva verso Pasturo senza unirsi però al grosso ghiacciaio che occupava la Valsassina e proveniva da Bellano. Il ghiacciaio della Foppa del Ger, invece, scendeva verso la Valle dei Grassi Lunghi, lungo la Valle di Paroeul. Questo ghiacciaio ha lasciato una grossa ed evidente morena laterale (3) che, dalla sommità del piastrone, scende al Pialeral e all’Alpe Cova, costituendo la grossa dorsale seguita dalla strada. Lo stesso ghiacciaio ha inoltre disseminato l’area di massi erratici (4). La presenza di un ghiacciaio nella Foppa del Ger ha provocato l’accumulo nella foppa stessa di sedimenti fini, limosi e sabbiosi,
frammisti a clasti più grossolani; tali sedimenti consentono alle marmotte di scavarsi la loro tana, ed è per tale motivo che la Foppa del Ger ospita una colonia di questi animali.
ENGLISH VERSION
1. Foppa del Ger
3. Piastrone di conglomerati
2. Marne - Prabello
4. Piarelal
1) From here looking westwards, we can observe the peculiar ‘cuesta’ structure of the Scudi. Topography is a direct expression of the geological setting.
2) The area marked with F and G consists of a huge conglomeratic body: this is composed of slope debris, originated during a period of cold climate. The body must have been much wider, then was cut by succeeding geological processes both on the northern (H) and on the southern (E) side. The moraine marked with nr. 3 was built by the glacier which ran through Foppa del Ger (E). Nr. 4 identifies the several erratic boulders left by the glacier.
3. LA GEOLOGIA DEL GRUPPO DELLE GRIGNE
Il gruppo delle Grigne visto dalla Brianza. E’ ben visibile la ripetizione dei calcari massicci della Formazione di Esino nelle tre falde: S.Martino/Monte Coltignone, Grignetta e Grignone, come è ben illustrato nello schema qui di fianco, dovuto a due famosi geologi olandesi (De Sitter & De Sitter-Koomans, 1949) messo a confronto con l’interpretazione a pieghe di Stoppani di un secolo antecedente.
Sul versante Sud del Grignone affiora una sucessione rocciosa che si depose in acque più profonde rispetto al’ambiente di piattaforma carbonatica caratteristico della Formazione di Esino, ma tuttavia differente da quello in cui si depositò il Calcare di Perledo-Varenna che si trova da Mandello fino a Perledo e nella zona dei Piani di Bobbio. L’area in cui si può osservare al meglio questa successione è quella degli Scudi (vedi asterisco rosso). Qui anche la morfologia sottolinea in modo evidente le caratteristiche litologiche delle varie unità. L’erosione è infatti condizionata tra l’altro dalla litologia, quindi un livello più stratificato o più ricco di argille (Calcare di Prezzo e Formazione di Buchenstein) darà origine ad un pendio meno inclinato rispetto a calcari abbastanza puri e/o massicci (Calcare di Angolo e Formazione di Esino) che tenderanno a dare anche pareti verticali. L’area degli Scudi rappresenta quindi un ottimo esempio di come l’aspetto odierno delle nostre montagne deriva da molti elementi che si sono susseguiti per milioni di anni a partire dall’ambiente di deposizione – e quindi al tipo di roccia- alla tettonica legata al sollevamento (orogenesi) della catena alpina alle condizioni climatiche degli ultimi milioni di anni.
ENGLISH VERSION
The geology of the Grigna Mountains is very complicate as there is a three overthrusted blocks structure with the massive limestones and dolostones of the Esino Formation that make the typical walls and needles in the S.Martino/Monte Coltignone, Grignetta (S.Grigna) e Grignone (N.Grigna). There are also some basinal, well layered, rocks exposed in the South slope of the Northern Grigna (red star), where also the morfology underlines the different rocks.
4. IL CALCARE DI ANGOLO
Il Calcare di Angolo è l’unità più antica che affiora nell’area degli Scudi e la sua base è troncata dalla superficie di scorrimento della scaglia del Grignone, superficie che passa in corrispondenza del Buco di Grigna (stella + linea tratteggiata rossa). Gli strati sono sempre abbastanza spessi (stratificazione massiccia) per cui l’unità si presenta molto resistente all’erosione e quindi da luogo ad un pendio molto ripido, quasi una parete, anche se non confrontabili con quelle dei calcari a stratificazione indistinta della Formazione di Esino.
I carbonati di questa unità presentano talvolta un inquinamento di materiale terrigeno (sabbia) derivante da aree emerse in erosione poste più a Ovest. L’ambiente di deposizione era una laguna poco profonda e povera di vita, ma che verso la fine del periodo di deposizione diventa più favorevole alla vita al fondo come è ben testimoniato dal Banco a Brachiopodi, ricco anche di crinoidi, foraminiferi e conodonti
La parte sommitale del Calcare di Angolo allo Scudo, con le bancate leggermente dolomitizzate sottostanti il Banco a Brachiopodi. Il Banco a Brachiopodi è da tempo noto anche per la abbondanza di Brachiopodi e di Crinoidi, di cui si trovano orizzonti zeppi di elementi dello stelo. Tra i brachiopodi la forma dominante è Tetractinella trigonella (in primo piano a destra), cui si accompagnano, ma poco frequenti o rari, Mentzelia mentzeli, Decurtella decurtata, D. vivida, Aulacothyroides alius, Punctospirella fragilis e Angustaethyris angusta.
ENGLISH VERSION
The Angolo Limestone is the oldest unit outcropping here in the Scudi area, its base being the overthrust surface. The depositional environment was a shallow lagoon where carbonatic sediments were sometimes mixed with some terrigenous input. The uppermost layers are rich in well preserved Brachiopods and fragmentary crinoids, witnessing the deepening of the lagoon
5. IL CALCARE DI PREZZO
Nella parte inferiore dell’unità si trovano calcare nodulari grigi, in noduli di 5-10 cm di spessore, fasciati da siltiti e argilliti. Segue la seconda litofacies in cui si ha una regolare alternanza di calcari grigio scuri abbastanza planari con marne nerastre in strati di spessore confrontabile con quello dei calcari (foto sotto a sinistra). Lo spessore raramente supera i 45 m. Nel Calcare di Prezzo del Grignone sono presenti conodonti, foraminiferi e brachiopodi (sotto a destra una fase della campionatura nella parte bassa dell’unità) mentre molto rare sono le ammoniti che altrove in Lombardia sono invece molto comuni e ben conservate, tanto da costituire una delle migliori sequenze fossilifere nell’Anisico Superiore. Si può qui notare come gli strati marnosi, più teneri e plastici degli strati calcarei, presentino una apparente scistosità inclinata rispetto alla stratificazione: si tratta di clivaggio, dovuto alle forze tettoniche tangenziali legate ai movimenti dei vari blocchi del gruppo delle Grigne
La bella esposizione che troviamo qui e che ci permette di seguire strato per strato la successione rocciosa è dovuta ad un incipiente fenomeno franoso: si tratta infatti di una superficie di distacco che sta isolando lo sperone, che nel passato evidentemente si è già mosso di alcuni metri. Allo stato attuale non possiamo sapere come e quando vi saranno altri movimenti, fino evidentemente al crollo finale, ma sappiamo che negli ultimi 40 anni, cioè da quando il Prof. Maurizio Gaetani (qui di fianco mentre campiona la base del Calcare di Prezzo) lavora in quest’area, nulla si è mosso.
ENGLISH VERSION
This unit is made with nodular limestones in the basal part and planar limestones intercalated with marls in the upper part. Here, ammonites are almost absent (they are very common in Central Lombardy), but forams andsmall brachiopods are quite common. This sequence is outcropping along a land-slide trench that isolates a huge block: however in the last 40 years no moviments have been detected.
6.LA FORMAZIONE DI BUCHENSTEIN
Questa unità (Ladinico inferiore) è stata definita in Dolomiti, dove assume uno spessore consistente e a cui sono attribuite rocce alquanto differenti. In Lombardia è più omogenea e il suo spessore è solitamente attorno ai 100 m. Sulla Grigna Settentrionale, l’unica scaglia tettonica del gruppo su cui affiora, sono presenti calcari stratificati più o meno sottilmente e spesso con noduli o liste di selce nera. Vi sono anche rari livelli più marnosi e diverse sottili intercalazioni di tufiti vulcaniche verdastre (qui a lato, la base dell’unità posta proprio in corrispondenza della comparsa di questi livelli di origine vulcanica). Queste ultime testimoniano l’attività di vulcani con attività esplosiva che diffondevano le loro ceneri sia direttamente in mare che sulla piattaforma carbonatica della Formazione di Esino, da dove le ceneri stesse venivano spazzate dalle correnti e rideposte nel bacino che aveva una profondità massima di un centinaio di metri. Quella che oggi è l’area degli Scudi doveva corrispondere alle pendici di raccordo tra il centro del bacino e e la piattaforma carbonatica, come è testimoniato dalla presenza di molti microscopici frammenti di organismi di acque basse che evidentemente sono franati dai margini della piattaforma.
Le formazioni bacinali che stiamo osservando affiorano anche sul versante ovest del Grignone sotto il Sasso Cavallo e il Sasso dei Carbonai. Se invece ci si sposta più a Nord lungo il lago incontriamo un’altra unità costituita da calcari neri ben stratificati, il Calcare di Perledo-Varenna. Anche queste rocce si deposero in bacini profondi forse anche 200 m, con condizioni al fondo spesso inadatte alla vita tanto che nel XIX secolo, durante i lavori nelle molte cave di questa pregiata pietra nera, vennero rinvenuti rettili e pesci, alcuni dei quali uguali a quelli trovati qui agli Scudi. Qui di fianco una vecchia cava all’ingresso Sud di Lierna. Una visita alle vecchie chiese della nostra regione (ad esempio la splendida S.Giorgio a Varenna) ci permetterà di osservare l’uso di questa pietra specialmente tra il XVIII e il XIX secolo.
ENGLISH VERSION
At the beginning of the Ladinian some volcanic activity made green ashes intercalated with well layered limestones sometimes rich in black chert. A few marly levels are also present, while the uppermost part is rich in whitish limestones with fragments from the nearby carbonate platform. On the northern slope of the N.Grigna, another basinal unit is present, the Perledo-Varenna Limestone, made mainly by black limestone used in many churches of Lombardy, first of all the beautiful S.Giorgio in Varenna.
7. I PESCI DEGLI SCUDI
Il ritrovamento del livello si deve al Prof. Andrea Tintori (Dipartimento di Scienze della Terra ‘A.Desio’-UNIMI) durante una escursione agli inizi degli anni 80. A prima vista il livello fossilifero non si presenta così favorevole alla buona conservazione di organismi delicati come i pesci, visto che è formato da calcari poco laminati e ricchi di liste di selce. A partire dal 2003 tuttavia è stato intrapreso uno scavo sistematico che ha prodotto risultati veramente degni di interesse, permettendo di individuare strati abbastanza compatti, ma spesso molto ricchi di fossili, soprattutto pesci. Quanto rinvenuto in questa prima fase ha evidenziato come quello che si riteneva un livello fossilifero interessante, ma probabilmente non molto importante, è in realtà una novità decisamente notevole sia per la ricchezza che per la diversità delle specie presenti, alcune delle quali nuove, ad esempio Stoppania gaetanii, rinvenuta finora in un unico esemplare. Si tratta inoltre della prima fauna a vertebrati rinvenuta nella Formazione di Buchenstein in tutte le Alpi
Una superficie di mortalità di massa che testimonia un evento catastrofico a livello locale che provocò la morte di gran parte dei pesci dell’area. Purtroppo qui la conservazione non è in questi casi ottimale e si riesce a malapena a dire a quale genere appartengono gli esemplari. E’ possibile che questi eventi siano collegabili con episodi vulcanici che provocarono un ‘avvelenamento’ delle acque.
ENGLISH VERSION
A new fish assemblage has been discovered in the lower part of the Buchenstein Fomation more than 25 years ago, even if the exploitation began only in 2003. The grey limestones with black chert look not the best matrix for such a delicate fossils like the fishes, however some of the specimens are very well preserved, for instance the Stoppania gaetanii type. Interesting are also a few mass mortality surfaces, probably related to volcanic activity.
8. LA FORMAZIONE DI ESINO
Le diverse unità che si depositarono durante l’Anisico e il Ladinico Inferiore, cioè tra circa 240 e 230 milioni di anni fa, rappresentano ambienti più o meno profondi (fino a 100-200m) che costituivano un ampio bacino circondato dalla piattaforma carbonatica della Formazione di Esino, piattaforma che poi continuerà la sua crescita per la restante parte del Ladinico anche in corrispondenza delle depressioni una volta che queste venivano colmate. La deposizione in questi bacini era prevalentemente calcarea ma spesso giungevano anche sabbie, argille e ceneri vulcaniche. La vita al fondo non era quasi mai ricca a causa della scarsità di ossigeno, a parte alcuni momenti quando ad esempio si depose il Banco a Brachiopodi. Anche l’elevata velocità di sedimentazione non favoriva la vita al fondo, ma questo in qualche caso ha permesso invece la conservazione di organismi quali pesci e crostacei che vivevano nelle acque superficiali più ossigenate e che oggi sono rinvenuti concentrati in un livello ricco di esemplari.
Stoppani già nel 1857 denominò le rocce massicce che contenevano i fossili che lui raccoglieva sulle Grigne come “dolomia o calcare dei petrefatti di Esino”. Con il termine Calcare o Dolomia di Esino successivamente molti geologi e paleontologi hanno identificato il potente complesso calcareo-dolomitico di età medio-triassica che affiora diffusamente anche nel resto delle Prealpi Lombarde e che oggi chiamiamo Formazione di Esino. Le rocce di questa unità, benchè sembrino omogenee a prima vista, possono quindi essere differenti sia per la dolomitizzazione che per diversità nell’ambiente di deposizione. Nel complesso tuttavia, grazie alla mancanza di stratificazione) la Formazione di Esino da origine alle classiche pareti che caratterizzano le Grigne. Qui in particolare possiamo notare come i calcari massicci che si deponevano in acque basse vanno ad occupare le aree più profonde, riempiendo gradualmente il bacino (Formazione di Buchenstein) con gli spessi strati chiari (ancora nel prato, depositi di frane sottomarine- frecce rosse- e foto destra) e poi prendendo decisamente il sopravvento colmando definitivamente la depressione.
Anche la vegetazione cambia al variare della roccia, come ben si vede su questo pendio che, pur mantenendo la stessa pendenza ed esposizione, presenta specie diverse sui calcari marnosi della Formazione di Buchenstein e sui calcari puri dell’Esino (il limite indicato dalle frecce gialle).
ENGLISH VERSION
After the basinal deposition during Anisian and early Ladinian, the carbonatic platform of the Esino Formation covered most of the Grigna region for the remaining Ladinian. Fossils are there concentrated in lenses that have been exploited since Stoppani around the half of the XIX century. These massive limestones and dolostones make the wall and needles of this mountain famous among climbers. The shallow waters limestones filled up the basin (red arrows) throughout breccias along the slope. Vegetation is different on pure limestonesin respect to marly limestones of the Buchenstein Formation (yellow arrows).